Negli ultimi giorni la cronaca ha mostrato come persino sistemi di sorveglianza installati in abitazioni private possano trasformarsi in strumenti di violazione della privacy. Episodi simili devono spingerci a riflettere: quanto sono sicuri davvero i nostri impianti di videosorveglianza domestica? E soprattutto, come possiamo ridurre i rischi senza rinunciare alla protezione che questi strumenti offrono?
I punti deboli più comuni
La maggior parte degli impianti di videosorveglianza è oggi connessa a Internet. Questa caratteristica, utile per controllare la propria casa a distanza, apre però la strada a diversi scenari di rischio:
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- Password deboli o mai cambiate: ancora troppe telecamere usano credenziali predefinite (admin/admin) o codici semplici, facilmente indovinabili.
- Firmware non aggiornati: molti dispositivi restano esposti a vulnerabilità note perché non ricevono aggiornamenti di sicurezza.
- Accesso remoto non protetto: porte del router lasciate aperte o mal configurate consentono a chiunque di tentare un accesso dall’esterno.
- Cloud poco trasparente: in certi casi i video vengono archiviati su server esteri, fuori dal controllo dell’utente e talvolta senza garanzie reali sulla protezione dei dati.
- Manutenzione esterna: se il sistema è gestito da terzi (installatori o società di sicurezza) e le password non vengono cambiate regolarmente, esiste un rischio “interno” di accesso abusivo.
Un errore sottovalutato: dove puntano le telecamere
Un aspetto che raramente viene discusso riguarda l’orientamento delle telecamere. In molte abitazioni, per comodità o inesperienza, le telecamere vengono posizionate in modo da inquadrare spazi estremamente privati: camere da letto, bagni, zone intime della casa.
Questa scelta è un grave errore.
La videosorveglianza ha senso se copre:
- ingressi principali, cancelli e porte di servizio;
- garage e aree esterne;
- punti di passaggio come corridoi o scale.
Non ha senso invece riprendere il proprio letto o zone destinate alla vita privata. In caso di intrusione o di violazione, il danno non sarebbe solo tecnico, ma soprattutto umano ed emotivo, con la diffusione di immagini intime che nulla hanno a che vedere con la sicurezza.
Come proteggere davvero la propria privacy
Per ridurre al minimo i rischi, è fondamentale adottare alcune precauzioni pratiche:
- Cambiare subito le password di default con codici lunghi e complessi.
- Aggiornare regolarmente il firmware delle telecamere e del modem/router.
- Usare la doppia autenticazione (2FA) ove disponibile.
- Isolare le telecamere su una rete separata (VLAN o guest Wi-Fi) per limitare i danni in caso di compromissione.
- Limitare il cloud scegliendo servizi che garantiscano cifratura end-to-end e server in Europa.
- Pianificare con attenzione l’orientamento delle telecamere, evitando inquadrature di stanze private.
È importante ricordarsi che …
La sicurezza non è solo installare più telecamere, ma usarle con intelligenza e consapevolezza. Un sistema di videosorveglianza mal configurato o orientato in modo errato può trasformarsi da strumento di difesa a minaccia alla propria intimità.
Informatica in Azienda è diretta dal Dott. Emanuel Celano
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