Privacy

Privacy. Google e Facebook hanno in mano il 76% dei siti del mondo

Allerta Pericoli Informatici sui Social :
allerta pericoli informatici su facebookallerta pericoli informatici su linkedinallerta pericoli informatici su twitterallerta pericoli informatici su pinterestallerta pericoli informatici su itunes podcast allerta pericoli informatici su telegramallerta pericoli informatici su google newsallerta pericoli informatici su flickr

APP 1 : Allerta Pericoli Informatici
Google Play
Apple Store
APP 2 : AiutamiSi ( tanti servizi gratuiti )
Google Play
Apple Store

Google e Facebook non hanno solamente miliardi di utenti a disposizione, ultra controllati e monitorati, ma ci seguono anche quando non li usiamo. Dal momento che la stragrande maggioranza dei siti internet include dei loro codici nelle pagine web, diventando un ponte per il controllo pressochè totale della popolazione mondiale.

E’ l’analisi lanciata da Gabriel Weinberg, CEO e fondatore di DuckDuckGo, un motore di ricerca che si distingue per il completo anonimato dei suoi utenti.

Privacy. Così Google e Facebook tengono in pugno il web
Google, azienda statunitense fondata nel 1998, detiene oggi il primato dei motori di ricerca. Coordina altre attività leader del settore informatico e tecnologico, grazie alle quali accede con facilità alle informazioni degli utenti
Secondo il progetto “Web Transparency & Accountability“ di Princeton, il 76% dei codici di tracciamento nascosti all’interno dei siti web appartiene a Google e il 24% a Facebook. Sono seguiti da Twitter al 12%. È certo quindi che Google o Facebook ci monitorino su molti siti che visitiamo, oltre a rintracciarci quando utilizziamo i loro prodotti.

Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:

Di conseguenza, queste due società hanno accumulato enormi profili di dati su ogni persona, che possono includere interessi, acquisti, ricerche, cronologie di navigazione, geo-localizzazione e molto altro ancora. Una enorme mole di informazioni che mettono a disposizione di gruppi di sponsor per pubblicità mirate e invasive che ci seguono su Internet.

Proprio per la loro posizione all’interno di una vasta gamma di servizi del web, Google e Facebook possono raccogliere informazioni personali che si combinano insieme in enormi profili digitali al fine di offrire un iper-targettizzazione migliore rispetto alla concorrenza.

Secondo eMarketer, gestiscono ora il 63% di tutta la pubblicità digitale del mondo, e hanno rappresentato nel 2017, il 74% della crescita in questo mercato. Insieme formano un denso duopolio della pubblicità digitale, che non presenta segni di cedimento e che blocca la strada a qualsiasi competitor.

Facebook, social network nato nel 2004 collabora ora con altre app di condivisione e agenzie pubblicitarie, grazie alle quali reindirizza i propri utenti verso ricerche personalizzate
Ma il controllo di questi due giganti del web non si limita ai dati e alla pubblicità, ma può distorcere la nostra percezione mentre navighiamo sul web.

Google e Facebook usano i dati raccolti come input per elaborare algoritmi di intelligenza artificiale sempre più sofisticati. Questi ci inseriscono all’interno di quella che viene definita “bolla di filtraggio”. Una serie di impostazioni, risultati di ricerca, preferenze di navigazione, che creano un “universo digitale” personalizzato per noi.

Certamente bello, ma allo stesso tempo pericoloso: questo sistema distorce la realtà, mostrandoci o nascondendoci informazioni a nostra completa insaputa.

La ricetta di Weinberg: cosa dovrebbero fare i Governi
Con questo obiettivo di trarre sempre più profitto da informazioni personali, Google e Facebook hanno mostrato scarso rispettoper tutte le conseguenze negative dei loro algoritmi.

Su pressione dei Governi e delle normative, le due multinazionali hanno spesso attuato delle politiche di autoregolamentazione, ma in realtà, secondo l’analisi di Weinberg, si tratta di illusioni.

Qualsiasi restrizione a lungo termine sulla privacy dei dati forniti a Google e Facebook si oppone fondamentalmente ai loro modelli business di pubblicità iper-mirata, basata su una sorveglianza personale sempre più intrusiva.

Sfortunatamente, ben poco è stato fatto da parte delle autorità mondiali. I parlamenti, secondo la soluzione prospettata da Weinberg, devono studiare soluzioni efficaci per frenare questo monopolio di dati. Innanzitutto, è necessario richiedere maggiore trasparenza degli algoritmi e sulla privacy, in modo che le persone possano veramente comprendere il modo in cui le loro informazioni personali vengono raccolte, elaborate e utilizzate da tali società. Solo allora sarà possibile il consenso informato.

C’è anche bisogno di proporre nuove leggi sul possesso inalienabile dei propri dati. Infine, si dovrebbe limitare il modo in cui i dati possono essere riutilizzati, inclusi strumenti più aggressivi per bloccare le acquisizioni dei dati, che consolidano la potenza dei gruppi sopra citati e che aprirà la strada a una maggiore concorrenza nella pubblicità digitale.

Agli utenti viene offerta la possibilità di definire restrizioni sulla propria privacy che però non vengono totalmente rispettate
Finché non vedremo cambiamenti significativi da parte delle istituzioni, i consumatori dovrebbero esprimere il proprio dissenso. DuckDuckGo ha scoperto che circa un quarto degli americani stanno già intraprendendo azioni efficaci per riappropriarsi della propria privacy.

Aiuti giungono anche da componenti aggiuntivi del browser che riescono a bloccare i tracker nascosti di Google e Facebook, oltre a fornire alternative private ai loro servizi principali.

La completa perdita di privacy nell’era di Internet non è inevitabile. Attraverso una regolamentazione ponderata e una maggiore scelta del consumatore, possiamo scegliere un percorso più funzionale. Dovremmo guardare al 2018 come un punto di svolta nella privacy dei dati, nel quale ribellarsi alle implicazioni inaccettabili di due società che controllano così tanto il nostro futuro digitale.

Privacy. Google e Facebook hanno in mano il 76% dei siti del mondo

Rss Feeds:

Pubblica anteprima dei nostri articoli sul tuo sito :

  Inserisci questo codice per mostrare anteprima dei nostri articoli nel tuo sito e proteggi i tuoi navigatori dai rischi informatici

Alcuni dei Nostri Servizi più richiesti :

Copia Autentica Pagina Web

Copia Autentica Pagina Web

Il nostro studio fornisce un servizio professionale di autenticazione o copia conforme con valore legale di una pagina web o di una pagina di un social network per ogni tipo di contenuto ( testi, immagini, commenti, video, audio, tag ... ) che viene acquisito in modalità forense.

MONITORAGGIO DELLA REPUTAZIONE ONLINE PERSONALE E AZIENDALE

La nostra società è in grado di offrirvi il Migliore Servizio di Monitoraggio sul web per tutelare la vostra reputazione personale e/o aziendale.

Denuncia per diffamazione su internet o sui social

Il nostro studio fornisce un servizio professionale di supporto e raccolta di prove informatiche con valore legale per effettuare una denuncia per diffamazione su internet o sui social network

Estorsione o ricatto sessuale online : cosa fare e cosa non fare

Il nostro studio fornisce un servizio professionale con assistenza legale nei casi di estersione o ricatti online

Servizio professionale per la rimozione di recensioni negative

Il nostro studio fornisce un servizio professionale anche di supporto legale per la rimozioni di recensioni online negative, offensive o comunque inappropriate (recensioni negative su tripadvisor, google ...)

Certificazione Chat WhatsApp anche da Remoto

La certificazione di una chat WhatsApp che conferisce ad un messaggio ricevuto il valore di una prova legale, può essere eseguita anche da remoto da uno studio di informatica forense ( ricordiamo che uno screenshot non è ritenuto una prova valida ai fini legali ).