Negli ultimi anni, la potenza dell’intelligenza artificiale è diventata sempre più accessibile anche a utenti comuni. Se da un lato ciò ha aperto incredibili possibilità nel campo della creatività, della produttività e della ricerca, dall’altro ha anche dato vita a nuove forme di abuso. Una delle più inquietanti è rappresentata dalle cosiddette app “nudify”: applicazioni che promettono di spogliare digitalmente una persona partendo da una foto, anche vestita, generando immagini false a contenuto sessuale.
Queste app sfruttano modelli di intelligenza artificiale addestrati su enormi database di immagini per creare contenuti del tutto artificiali, ma estremamente realistici. Il problema, però, non è solo tecnico. È profondamente etico e legale.
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IL VOLTO DIVENTA UN’ARMA CONTRO LA VITTIMA
Con pochi click, chiunque può caricare una foto di una persona (spesso rubata da social o profili pubblici) e ricevere un’immagine alterata che simula nudità o pose compromettenti. La vittima può trovarsi in una situazione di forte imbarazzo, ricatto o diffamazione, senza nemmeno sapere che la propria immagine è stata manipolata.
A differenza dei tradizionali deepfake — già molto pericolosi — le immagini “nudify” vanno a colpire direttamente la sfera sessuale e intima, alimentando nuove forme di cyberbullismo, revenge porn, sextortion e umiliazione pubblica.
MINORI, INFLUENCER, STUDENTI: CHI RISCHIA DI PIÙ
Tra le vittime più colpite ci sono ragazze giovani, studentesse, creator digitali e influencer, i cui volti sono facilmente reperibili online. Bastano pochi scatti da un profilo Instagram o da una storia per essere bersaglio di questi strumenti. Le immagini manipolate possono poi circolare in forum privati, canali Telegram, gruppi WhatsApp o siti pornografici. Il danno alla reputazione è incalcolabile.
Anche i minori sono in grave pericolo: la facilità con cui queste immagini possono essere create solleva interrogativi urgenti su protezione dell’identità e tutela dei più giovani in rete.
L’ILLUSIONE DELL’ANONIMATO
Chi crea e diffonde queste immagini pensa spesso di restare nell’anonimato. Tuttavia, è importante sapere che esistono strumenti tecnici e giuridici per identificare chi ha realizzato o condiviso contenuti dannosi. Tramite analisi forense delle immagini, monitoraggio dei canali di diffusione e supporto legale, è possibile intervenire anche quando l’origine del file sembra nascosta.
DIFENDERSI È POSSIBILE: COME PROTEGGERSI
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Non pubblicare foto troppo dettagliate del volto o del corpo sui social pubblici, specialmente in pose che potrebbero essere facilmente manipolate.
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Segnala immediatamente contenuti sospetti o immagini false alle autorità competenti e ai siti coinvolti.
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Richiedi una certificazione forense dell’immagine per provare che è stata generata artificialmente.
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Controlla regolarmente la tua reputazione online, anche con strumenti automatici o servizi specializzati.
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Educa i più giovani sull’uso consapevole della propria immagine e sui pericoli delle IA manipolative.
È importante ricordarsi che non esiste un utilizzo “giocoso” o innocuo di queste app quando il contenuto riguarda un’altra persona inconsapevole: anche una singola immagine può distruggere una reputazione o provocare danni psicologici profondi.
INFORMATICA IN AZIENDA DIRETTA DAL DOTT. EMANUEL CELANO
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