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Internet e minori: tra hate speech, cyberbullismo e sexting crescono i pericoli online

Internet e minori: tra hate speech, cyberbullismo e sexting crescono i pericoli online
Scritto da gestore

Internet? Un luogo sempre meno sicuro. Almeno se sei un adolescente. I controlli crescenti da parte dei colossi del web e le campagne di educazione digitale, infatti, non riescono ancora a mettere in sicurezza l’esperienza online degli utenti più giovani. A dirlo sono i dati della ricerca “EU Kids Online 2017”, condotta da OssCom (il centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’ATS Parole Ostili (formata da Associazione Parole O_Stili, Università Cattolica e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo), presentata in occasione del Safer Internet Day 2018 e della seconda Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo.

L’hate speech dilaga online: in pochi anni casi più che raddoppiati
Aumenta la percentuale di ragazze e ragazzi che vivono esperienze negative navigando in Internet: se nel 2010 erano il 6% (dato stabile fino al 2013), a distanza di sette anni sono più che raddoppiati, arrivando a quota 13% nel 2017. Quasi un terzo degli adolescenti (11-17) – il 31% – dichiara di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi rivolti a singoli individui o gruppi di persone, attaccati per il colore della pelle, la nazionalità̀ o la religione. Ma il dato ancora peggiore è che in oltre la metà dei casi (58%) gli intervistati ammettono di non aver fatto nulla per difendere le vittime. Nonostante, di fronte all’hate speech, tra i sentimenti più diffusi ci sia la rabbia (36%), seconda solo alla tristezza (52%) ma davanti al disprezzo (35%) e alla vergogna (20%).
Cyberbullismo, sexting e pornografia: il pericolo corre sul web
Altro fenomeno, già ampiamente diffuso tra le nuove generazioni, che la Rete ha contribuito ad amplificare è il bullismo (tradizionale e nella sua versione ‘virtuale’). Anche qui le cose non vanno: il 6% dei ragazzi nella fascia d’età tra 9 e 17 anni afferma di essere stata vittima di cyberbullismo nell’ultimo anno. E un altro 19% è stato testimone di questi episodi. Pure in questo caso, ci troviamo a constatare come la solidarietà sul web faccia fatica a farsi strada: solo il 49% degli spettatori ha tentato d’intervenire. Ma il catalogo dei rischi va ben oltre cyberbullismo e hate speech. Il 31% dei ragazzi tra 9 e 17 anni, ad esempio, si è imbattuto (più o meno volontariamente) in immagini pornografiche online. E il 7% dei giovani tra 11 e 17 anni ha ricevuto messaggi dal contenuto esplicito o è stato esposto a tentativi di sexting.
Troppo spesso si fa finta di niente. Come se il problema non ci fosse
Dati che dovrebbero allarmare, visto che di fronte ai rischi disseminati nel web, le difese sono ancora troppo ‘morbide’. Basterebbe dire che il 27% dei ragazzi di 9-17 anni è in contatto su Internet con persone che non ha mai incontrato offline. Il 9% è addirittura andato nell’ultimo anno a incontrare di persona qualcuno che aveva conosciuto su Internet. Tra questi, il 56% ha detto di essersi sentito felice, mentre il 13% è rimasto un po’ turbato. Altissimo il numero dei giovani che adottano risposte passive, ignorando il problema o sperando che si risolva da solo (35%). In un quarto dei casi (25%), invece, preferiscono non parlare con nessuno delle esperienze su Internet che li hanno turbati o fatti sentire a disagio. Mentre nel 27% dei casi risolvono il problema chiudendo semplicemente la pagina web o l’app che stanno leggendo.
In pochi reagiscono con gli strumenti digitali. Quasi nessuno segnala
E chi, al contrario, ha avuto la determinazione e il coraggio di reagire a un ‘incontro sbagliato’ online? Il 22% ha bloccato il contatto sui social network. Il 10% ha modificato le proprie impostazioni di privacy. Solo il 2%, però, ha segnalato contenuti o contatti inappropriati ai gestori delle piattaforme. Perché la strada preferita per affrontare i problemi personali generati da un uso superficiale della Rete è quella che porta ad amici (47%) o genitori (38%).
Tutti usano lo smartphone, sempre e comunque

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Il mezzo con cui si diffonde il pericolo? Ovviamente lo smartphone, usato quotidianamente per andare online dal 97% dei 15-17enni e dal 51% dei bambini di 9-10 anni. Inoltre, se l’88% dei ragazzi italiani usa Internet a casa ogni giorno, c’è un 44% che lo usa quotidianamente quando è fuori per recarsi da qualche parte (per strada, sui mezzi pubblici, etc.) e il 42% mentre è fuori per conto proprio. Fra gli adolescenti di 15-17 anni, la percentuale di chi usa tutti i giorni Internet quando è fuori casa sale al 74%. Cresce anche il numero di ragazzi di 9-17 anni che usa Internet tutti i giorni a scuola (26%), soprattutto fra gli adolescenti di 15-17 anni (49%). Le attività online più diffuse? Proprio quelle relative alla comunicazione e all’intrattenimento: il 77% delle ragazze e dei ragazzi di 9-17 anni usa internet tutti i giorni per comunicare con amici e familiari, poco più della metà guarda video online e visita quotidianamente il proprio profilo sui social media. Il 37% usa Internet quotidianamente per fare i compiti a casa.

La ministra Fedeli: “Rete grande opportunità. A patto che se ne conoscano i pericoli”
“I dati che presentiamo oggi – ha dichiarato la Ministra Valeria Fedeli – sono un ulteriore strumento per orientare la nostra azione e ci dicono con chiarezza che, vista anche la frequenza sempre più elevata con cui le ragazze e i ragazzi navigano in Rete durante la giornata, dobbiamo far sì che abbiano le competenze per un uso corretto e attivo degli strumenti di navigazione, ma anche per orientarsi e saper leggere in modo consapevole le informazioni che trovano in Rete. Non partiamo però da zero: il MIUR è già fortemente impegnato affinché le ragazze e i ragazzi possano avere una piena cittadinanza digitale. La Rete è una grande opportunità, ma dobbiamo fare in modo che le nostre giovani e i nostri giovani sappiano riconoscere e isolare i rischi e le situazioni problematiche che possono verificarsi navigando”.

Marcello Gelardini

https://www.skuola.net/news/inchiesta/eukids-parole-ostili-miur-hate-speech-cyberbullismo-internet.html