La tecnologia wireless che usiamo ogni giorno per connettere i nostri dispositivi potrebbe presto trasformarsi in uno strumento di sorveglianza silenzioso ma potentissimo. Non parliamo di telecamere, microfoni o sensori nascosti: la prossima rivoluzione nel controllo digitale si chiama WhoFI e sfrutta il modo in cui il nostro corpo interagisce con le onde elettromagnetiche del Wi-Fi per creare una vera e propria impronta digitale biologica.
Una nuova frontiera della tecnologia sta per ridefinire il concetto stesso di privacy domestica e nella vita di tutti i gironi, offrendo uno strumento potente per il Monitoraggio segreto dei movimenti, il Tracciamento comportamentale senza autorizzazione (per esempio in luoghi pubblici, durante manifestazioni oppure dentro ai negozi) e la Profilazione biometrica invisibile per fini pubblicitari o investigativi.
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Cos’è il WhoFI e come funziona
La ricerca alla base di WhoFI parte da un principio semplice: ogni corpo umano interagisce in modo leggermente diverso con le onde radio emesse dai router Wi-Fi.
Questo accade perché il corpo assorbe, riflette e distorce i segnali elettromagnetici in base a parametri unici come:
- composizione corporea (quantità di acqua, muscoli e grasso);
- postura e movimenti abituali;
- distanza e posizione rispetto al router;
- ritmo respiratorio e battito cardiaco.
Analizzando questi micro-cambiamenti con sensori avanzati e algoritmi di machine learning, il sistema è in grado di costruire un profilo univoco dell’individuo, esattamente come un’impronta digitale o un riconoscimento facciale.
Questa “firma Wi-Fi” non ha bisogno di telecamere o microfoni: funziona in silenzio, attraverso le stesse onde radio che usiamo ogni giorno per navigare in rete.
Dal laboratorio alle case: i primi esperimenti
Prototipi di tecnologie simili al WhoFI sono già stati testati in ambiente universitario e in progetti di ricerca avanzata. In alcuni esperimenti:
- l’algoritmo è riuscito a riconoscere una persona con oltre il 90% di precisione solo dal modo in cui il suo corpo influenzava il segnale Wi-Fi;
- il sistema ha potuto tracciare i movimenti all’interno di una stanza senza bisogno di videocamere;
- sono state persino rilevate variazioni nel battito cardiaco e nella frequenza respiratoria a distanza di diversi metri.
Questi risultati aprono la strada a scenari di sorveglianza completamente invisibili — e difficilmente evitabili — in ambienti come case, uffici, hotel o spazi pubblici.
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Applicazioni (lecite e meno lecite)
Come ogni tecnologia, anche WhoFI ha potenziali applicazioni positive:
- 👩⚕️ Sanità e assistenza: monitorare pazienti anziani o fragili senza dispositivi indossabili.
- 🏠 Domotica intelligente: attivare sistemi automatici basati sulla presenza e l’identità della persona.
- 🔐 Sicurezza domestica: rilevare intrusioni o presenze non autorizzate.
Ma gli stessi meccanismi possono diventare armi di sorveglianza se usati senza consenso:
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- 👁️🗨️ Monitoraggio segreto dei movimenti in casa o in ufficio.
- 🕵️ Tracciamento comportamentale senza autorizzazione, per esempio in luoghi pubblici o negozi.
- 🧠 Profilazione biometrica invisibile per fini pubblicitari o investigativi.
Il rischio più grande è che non ci accorgiamo mai di essere osservati: nessuna luce accesa, nessuna telecamera, nessun consenso richiesto.
Privacy e implicazioni legali
La normativa europea sulla privacy (GDPR) non è ancora completamente preparata a gestire tecnologie di questo tipo. L’analisi del segnale Wi-Fi non viene infatti classificata come “raccolta di dati biometrici” tradizionale, anche se i risultati lo sono a tutti gli effetti.
Questo crea un vuoto normativo che potrebbe consentire l’uso di WhoFI senza il consenso esplicito dell’utente, almeno finché il legislatore non interverrà.
Per questo motivo è fondamentale:
- conoscere il funzionamento di queste tecnologie;
- pretendere trasparenza sull’uso dei dati raccolti attraverso reti wireless;
- monitorare i dispositivi smart installati nelle proprie abitazioni.
Come proteggersi oggi
Mentre la tecnologia WhoFI è ancora in fase di sviluppo, alcune pratiche di base possono ridurre i rischi di sorveglianza invisibile:
- Cambiare regolarmente le password del router e disattivare servizi Wi-Fi inutilizzati.
- Controllare quali dispositivi sono collegati alla rete e bloccare accessi sconosciuti.
- Usare router con sistemi avanzati di crittografia e gestione del traffico.
- Spegnere il Wi-Fi quando non è necessario, specialmente di notte.
È importante ricordarsi che …
Il futuro della sorveglianza non passerà più soltanto da telecamere o microfoni: sarà letteralmente nell’aria, invisibile e silenzioso.
Chiunque voglia difendere la propria libertà digitale deve iniziare oggi a informarsi e a costruire barriere tecniche e culturali contro un controllo sempre più sofisticato.
Informatica in Azienda è diretta dal Dott. Emanuel Celano
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