Negli ultimi anni sono comparsi online servizi che promettono di fornire, dietro pagamento, i dati personali degli utenti di Facebook e Instagram: numeri di telefono, indirizzi di residenza, perfino codici fiscali. Queste pratiche non solo sono illegali, ma anche ingannevoli: sfruttano l’ingenuità delle persone che credono di ottenere prove utili, quando in realtà stanno solo acquistando dati raccolti in modo illecito o completamente inventati.
Perché questi dati non possono esistere nei profili social
Per capire la gravità del problema, occorre ricordare come funzionano i profili sui social network:
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- Residenza: non è un campo obbligatorio e la maggior parte degli utenti non inserisce mai il proprio indirizzo di casa.
- Data di nascita: è un’informazione opzionale e spesso viene falsificata (basta pensare a chi anticipa l’età per aprire un account da minorenne).
- Codice fiscale: non viene mai richiesto dai social network e non può essere desunto dai dati di un profilo.
Chi sostiene di poter “estrarre” queste informazioni da Facebook o Instagram mente o utilizza canali illegali.
Come operano i servizi illeciti
Molti di questi servizi non hanno alcun accesso speciale: vendono dati generici raccolti da vecchi database violati, oppure inventano residenze e numeri per soddisfare il cliente che paga. In altri casi più gravi, potrebbero contare su contatti interni a Meta o, peggio ancora, su conoscenze in compagnie telefoniche per risalire alla residenza tramite il numero di cellulare.
Si tratta di pratiche che violano la privacy, la normativa europea (GDPR) e, soprattutto, i diritti fondamentali delle persone. Utilizzare queste “scorciatoie” significa diventare complici di un reato.
Attenzione alle lettere degli avvocati
Sempre più spesso accade che un privato riceva a casa una lettera con una diffida o una richiesta di risarcimento da parte di un avvocato che mostra di avere dati personali precisi del destinatario. In questi casi è legittimo chiedersi: come ha ottenuto quei dati?
Se non sono pubblici sul profilo social e non sono mai stati diffusi dall’utente, l’avvocato deve spiegare la provenienza di tali informazioni. Se sono stati acquisiti tramite canali illeciti, anche la stessa azione legale rischia di non avere alcuna validità.
L’unica procedura legale: indagini informatiche forensi
Esiste un solo modo corretto per identificare il titolare di un profilo anonimo o sospetto: le indagini informatiche forensi svolte con metodi legali e tecniche professionali.
Attraverso strumenti specializzati, analisi tecniche e ricerche mirate è possibile:
- risalire all’identità reale dietro un account, se vi sono elementi tecnici sufficienti;
- raccogliere prove valide in sede giudiziaria;
- tutelare la vittima da truffe, stalking, diffamazione o minacce online.
Questa è l’attività che svolgiamo con serietà e competenza su IdentificazioneOnline.it, nel rispetto della legge e con risultati realmente utilizzabili in un procedimento legale.
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Ti possiamo aiutare
Se sospetti che un account stia diffondendo contenuti diffamatori o ti stia truffando, non affidarti a servizi loschi che promettono dati impossibili da ottenere. Rivolgiti invece a professionisti seri, che operano con metodi riconosciuti, sicuri e legalmente validi.
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