Negli ultimi giorni è stata resa pubblica una vulnerabilità grave che ha coinvolto ChatGPT e i suoi connettori verso servizi esterni come Google Drive, GitHub e SharePoint. La scoperta è stata presentata dai ricercatori della società israeliana Zenity durante la conferenza Black Hat USA 2025 di Las Vegas, uno degli eventi più autorevoli nel campo della cybersecurity.
La notizia ha destato molta preoccupazione perché dimostra come anche piattaforme considerate sicure possano essere utilizzate come punto di ingresso per un attacco mirato.
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Come funziona l’attacco
L’exploit è stato battezzato AgentFlayer e si basa su una tecnica chiamata prompt injection. In breve:
- Un documento (ad esempio PDF o Word) viene manipolato e “avvelenato”: contiene un prompt maligno nascosto in testo bianco minuscolo o caratteri invisibili.
- Quando l’utente carica questo documento su ChatGPT per ottenerne un riassunto o un’analisi, l’IA interpreta le istruzioni nascoste.
- Le istruzioni possono dire a ChatGPT di cercare chiavi API o altri dati sensibili collegati all’account dell’utente (ad esempio nel Google Drive connesso).
- L’IA include poi queste informazioni in un comando apparentemente innocuo, come la visualizzazione di un’immagine remota in Markdown.
- La richiesta HTTP generata invia in realtà i dati verso un server controllato dall’attaccante, completando l’esfiltrazione senza che l’utente se ne accorga.
È per questo che viene definito un attacco zero-click: non serve che la vittima clicchi su link o esegua macro, basta solo il caricamento del documento.
Cosa ha fatto OpenAI
Secondo Zenity, la falla è stata segnalata tempestivamente a OpenAI e ad altri fornitori coinvolti. Sono state introdotte mitigazioni e patch per bloccare la tecnica sfruttata.
Tuttavia, come spesso accade nel mondo della sicurezza informatica, il problema non è solo il singolo bug ma l’intera superficie di attacco: ogni sistema che interpreta input esterni può essere manipolato se non filtrato adeguatamente.
Perché è importante
Questa vicenda insegna due cose fondamentali:
- Gli attacchi evolvono: non si limitano più a link sospetti o allegati infetti, ma sfruttano le logiche interne delle IA e dei loro connettori.
- Il pericolo è invisibile: il documento “avvelenato” può sembrare innocuo e aprirsi normalmente, ma contiene istruzioni nascoste che l’occhio umano non nota.
Come proteggersi
Ecco alcune regole pratiche che tutti dovrebbero seguire:
- Attiva sempre l’autenticazione a due fattori (2FA) su ChatGPT e sugli altri servizi collegati (Google, Microsoft, ecc.). Non ferma direttamente questo tipo di attacco, ma riduce il rischio in caso di compromissione.
- Non caricare documenti sospetti su ChatGPT o altri LLM, soprattutto se ricevuti da sconosciuti o da fonti poco affidabili.
- Sanifica i file prima dell’uso: converti PDF e Word in testo semplice, controlla che non ci siano caratteri invisibili (es. Unicode U+200B, U+FEFF), metadati strani o commenti nascosti.
- Usa un account di test o sandbox per elaborare documenti di cui non sei sicuro, evitando di collegarlo a dati sensibili o a drive personali.
- Mantieni aggiornati i sistemi: le vulnerabilità vengono corrette, ma se non aggiorni rischi di rimanere esposto.
Fonti
Puoi approfondire la vicenda leggendo gli articoli di Wired e Zenity Labs:
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- A Single Poisoned Document Could Leak ‘Secret’ Data Via ChatGPT (Wired)
- AgentFlayer: ChatGPT Connectors 0-Click Attack (Zenity Labs)
Nota rassicurante:
La vulnerabilità descritta è stata individuata e corretta da OpenAI. ChatGPT e i suoi connettori oggi possono essere utilizzati in sicurezza, a patto di rispettare le buone pratiche indicate. La vicenda resta comunque un utile promemoria: la prudenza e la consapevolezza sono i veri strumenti di difesa nel mondo digitale.
È importante ricordarsi che …
La sicurezza non è mai assoluta: ogni tecnologia innovativa porta con sé nuove opportunità ma anche nuovi rischi. Solo con consapevolezza, prudenza e aggiornamenti costanti possiamo ridurre al minimo le probabilità di cadere vittima di attacchi invisibili come questo.
Informatica in Azienda è diretta dal Dott. Emanuel Celano
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