Negli ultimi mesi si è diffusa una nuova campagna di truffe via email che utilizza in modo illecito il nome della Polizia di Stato e di presunti funzionari reali. Uno degli esempi più ricorrenti è il messaggio che finge di essere firmato da Vittorio Pisani, con il titolo di “Capo della Polizia” o “Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Italiana”.
Queste email, scritte con toni minacciosi, cercano di spaventare i cittadini sostenendo che esista un presunto “ordine del tribunale” o una convocazione ufficiale, a cui bisogna rispondere entro 72 ore. In allegato, di solito, si trova un file (spesso in formato .jpeg o .pdf) che in realtà contiene un malware o un tentativo di phishing.
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Come si presenta il messaggio falso
Il testo di queste email, pur con piccole variazioni, segue uno schema ricorrente:
- Oggetto: Attenzione Attenzione
- Mittente: indirizzi sospetti che non appartengono a domini istituzionali.
- Corpo del messaggio: un ordine perentorio a rispondere entro 72 ore, con minacce di azioni legali.
- Firma: viene riportato il nome di un vero funzionario delle forze dell’ordine per sembrare credibile.
- Allegato: un file che invita a scaricare o aprire la presunta “citazione ufficiale”.
Ecco un estratto tipico del contenuto fraudolento:
“La Polizia di Stato ti ha autorizzato con effetto immediato a rispondere alla convocazione allegata entro 72 ore. Se non sarai in grado di rispondere, non avremo altra scelta che intraprendere un’azione legale nei tuoi confronti.”
Perché è sicuramente falso
- Le forze dell’ordine non comunicano via email generiche. Una convocazione ufficiale arriva solo tramite PEC, raccomandata o consegna diretta.
- Il linguaggio è artificioso e pieno di errori. Molti termini sono tradotti male, segno di testi generati o copiati da fonti straniere.
- Il mittente non è istituzionale. Nessuna email autentica della Polizia proviene da domini anonimi o stranieri.
- Gli allegati sono pericolosi. Aprendoli si rischia di installare software malevolo sul proprio dispositivo.
Cosa fare se ricevi questa email
- Non aprire mai gli allegati. Sono quasi sempre file infetti.
- Non rispondere al mittente. Ogni interazione conferma che l’indirizzo email è attivo.
- Segnala l’email come phishing sul tuo client di posta (Gmail, Outlook, ecc.).
- Cestina immediatamente il messaggio.
Se hai dubbi o hai già aperto l’allegato, è importante controllare il dispositivo con un antivirus aggiornato e, se necessario, rivolgersi a un servizio di analisi professionale come AnalisiForense.eu per verificare eventuali compromissioni.
Ti possiamo aiutare
Le truffe che sfruttano il nome delle istituzioni sono sempre più diffuse e spesso molto credibili. Non lasciarti spaventare da minacce infondate: la Polizia di Stato non agisce in questo modo.
Se sospetti di essere stato vittima di un attacco phishing o se vuoi certificare legalmente un’email fraudolenta ricevuta, possiamo supportarti con:
-
Certificazione forense del messaggio per eventuali denunce.
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Analisi del contenuto sospetto per verificare la presenza di malware.
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Assistenza nella messa in sicurezza dei tuoi account e dispositivi.
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