Questo articolo nasce in risposta al video intitolato “Cos’è la Sextortion: come riconoscerla e difendersi dalla truffa del ricatto sessuale” pubblicato dal canale Geopop su YouTube (link: https://www.youtube.com/watch?v=SsGPAxw29aY), che affronta il tema della sextortion in modo, a nostro avviso, superficiale e con gravi imprecisioni anche giuridiche.
Senza alcuna intenzione offensiva verso gli autori del video, di cui apprezziamo da tempo i contenuti trattati solitamente con rigore e cura, desideriamo correggere pubblicamente alcune informazioni, a tutela delle vittime che, da oltre 14 anni, si rivolgono al nostro servizio per ricevere aiuto concreto. Potete leggere l’intero commento postato dal Dott. Emanuel Celano al video di Geopop in fondo nella pagina.
EVIDENZIAMO I PUNTI CRITICI DEL VIDEO
❌ ERRORE #1 – “SEXTORTION È UNA TRUFFA SESSUALE”
Nel video viene confusa la sextortion reale (con immagini o video autentici usati per ricattare) con la truffa via email, dove si minaccia la diffusione di contenuti che non esistono.
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⚖️ Chiarimento legale fondamentale:
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Se il materiale è reale: è ricatto sessuale o estorsione (art. 629 c.p.).
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Se il materiale non esiste: è truffa (art. 640 c.p.).
Unire i due fenomeni in un’unica definizione (“truffa sessuale”) è errato e pericoloso, perché sminuisce la gravità delle situazioni in cui le vittime subiscono un danno concreto e devastante e si commette un errore giuridico importante da sottolineare.
❌ ERRORE #2 – FAR CREDERE CHE “TANTO I VIDEO NON VENGONO PUBBLICATI DAVVERO”
Nel video viene fatto intendere che le minacce si limitino ai social o a piattaforme come YouTube, senza vere pubblicazioni altrove.
Niente di più sbagliato.
👁🗨 La realtà che viviamo ogni giorno:
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Video e foto vengono effettivamente pubblicati su siti per adulti.
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Link ai contenuti vengono inviati a familiari, colleghi, amici.
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Le vittime si trovano esposte pubblicamente, nel terrore e nella vergogna.
📌 Anche oggi abbiamo assistito un cliente il cui video era stato caricato su un sito per adulti. Chi afferma che “è tutto finto” non conosce la realtà. Disponibili a mostrare ogni prova di quanto affermiamo alle forze dell’ordine.
❌ ERRORE #3 – “BASTA ANDARE ALLA POLIZIA POSTALE E SI RISOLVE TUTTO SUBITO”
Nel video si cita la Polizia Postale come soluzione immediata. Invitiamo comunque e sempre a fare una denuncia.
È giusto invitare le vittime a denunciare, ma non si può far credere che la denuncia risolva tutto subito. E ci soffermiamo ancora una volta sulla parola SUBITO!
⚠️ Limiti operativi reali:
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I ricattatori operano spesso dall’estero (Filippine, Marocco, Nigeria…).
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La Polizia Postale non ha giurisdizione operativa immediata su ricattatori all’estero, che spesso si nascondono dietro strumenti di anonimizzazione.
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Non può bloccare pubblicazioni in tempo reale.
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E comunque potrebbe interviene solo dopo diversi giorni rispetto all’urgenza dei fatti ( ad esempio se il fatto accade di sabato pomeriggio sul tardi ).
Nel frattempo, il danno può già essere stato compiuto.
⏱ Ecco perché il fattore tempo è cruciale. I ricattatori agiscono anche di notte o nel weekend, mentre gli uffici della polizia postale sono chiusi. In queste ore il video può essere divulgato a familiari ed amici.
Una precisazione importante su questo punto: online si trovano sedicenti servizi che promettono di bloccare ogni tipo di pubblicazione o messaggio privato su qualsiasi piattaforma. È falso. Tuttavia, è possibile applicare protocolli collaudati, come quelli che utilizziamo, per contenere e neutralizzare il problema in modo efficace.
❌ ERRORE #4 – “FALSA PERCEZIONE DI SICUREZZA”
Nel video viene suggerito di iscriversi a Google Alert con il proprio nome, come se fosse una soluzione efficace per monitorare eventuali pubblicazioni compromettenti.
Purtroppo, non è così.
Google Alert segnala solo i contenuti indicizzati da Google, ma:
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i siti pornografici utilizzati dai ricattatori non vengono quasi mai indicizzati;
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i video vengono realmente pubblicati su questi siti, e i ricattatori condividono i link direttamente ai contatti della vittima, spesso usando short link per eludere i controlli automatici;
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molte di queste pagine restano online solo 24-48 ore, prima che vengano rimosse o spostate su un nuovo dominio.
In tutti questi casi, Google Alert non rileva nulla.
Pensare che basti un avviso automatico per “avere tutto sotto controllo” crea una pericolosa illusione di sicurezza, che può ritardare interventi tempestivi e appropriati.
✅ COSA FARE DAVVERO: TEMPESTIVITÀ, SERIETÀ E STRATEGIA
Noi di ricattosessuale.it siamo attivi 24 ore su 24, con protocolli collaudati che aiutano le vittime prima che il danno diventi irreparabile.
Non ci sostituiamo alle autorità, ma le affianchiamo con interventi concreti, tecnici e immediati.
Abbiamo scritto anche un eBook gratuito, Ferma il ricatto sessuale, per aiutare concretamente chi è finito in questa trappola. Può essere scaricato da qui:
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⚠️ CHI PARLA A MILIONI DI PERSONE HA UNA RESPONSABILITÀ
Con rispetto ricordiamo che i divulgatori, soprattutto quelli seguiti da milioni di utenti, come per il canale menzionato, hanno una grande responsabilità: non minimizzare un fenomeno così drammatico.
Ci auguriamo che vogliate valutare una integrazione al video, o almeno una nota descrittiva che chiarisca questi aspetti fondamentali, per rispetto verso chi queste situazioni le vive sulla propria pelle.
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Commento postato al video di Geopop:
Buongiorno,
sono un vostro assiduo ascoltatore e apprezzo molto i vostri contenuti, solitamente trattati con rigore e grande cura.
Questa volta, però, mi permetto di esprimere un dissenso, perché il tema della sextortion è stato affrontato in modo superficiale e con alcune imprecisioni significative, anche sul piano legale.
Con 14 anni di esperienza nell’assistenza alle vittime di ricatti sessuali, sento il dovere di offrire un contributo per chiarire aspetti fondamentali che nel video risultano confusi o sottovalutati.
1) “Sextortion” non è una truffa: è un reato grave di estorsione
È essenziale distinguere tra due fenomeni molto diversi:
- Quando il materiale (foto, video) è reale e viene usato per minacciare la vittima, si tratta di ricatto sessuale o estorsione (art. 629 c.p.), non di “truffa sessuale”.
- La truffa si configura solo nei casi in cui il video non esiste, come nelle email finte in cui si minaccia la diffusione di materiale inesistente per ottenere denaro.
Nel vostro video le due situazioni vengono mescolate ed unite anche nel titolo, col rischio di sminuire la gravità e di trasmettere un inquadramento giuridico gravemente errato.
2) I video vengono davvero pubblicati. Non è “tutto finto”
Nel video non si fa cenno alle pubblicazioni effettive, lasciando intendere che le minacce riguardino solo YouTube o i social – che, tra l’altro, non permettono da tempo la pubblicazione di contenuti sessualmente espliciti grazie a filtri avanzati.
Ma la realtà è ben diversa: assisto regolarmente persone a cui i video sono stati pubblicati davvero su siti per adulti o diffusi tramite profili falsi, con link condivisi ai contatti delle vittime.
Anche oggi un mio cliente ha visto il proprio video finire online e lo abbiamo prontamente rimosso.
Le conseguenze sono gravi: panico, insonnia, isolamento. Frasi come “è tutto finto” o “è tutto facile” possono risultare inopportune e dannose per chi sta vivendo il trauma reale di un ricatto.
In alcuni casi le persone tremano, hanno attacchi di panico, smettono di dormire o di lavorare. Nel mondo, sono documentati anche casi di adolescenti che si sono tolti la vita per vergogna.
Spingere le persone a “non preoccuparsi” senza un reale supporto è un danno enorme. Il problema esiste ed è grave, e nel vostro video viene notevolmente sminuito trattandolo assieme alla truffa delle email con finti contenuti a sfondo sessuale.
3) La Polizia Postale è preziosa, ma non sempre può intervenire SUBITO
Nel video si afferma che “basta andare alla Polizia Postale”, ma questo non è realistico nei casi di estorsioni da profili con sede extra-UE (es. Filippine, Marocco, Nigeria).
La Polizia Postale non ha giurisdizione operativa immediata su ricattatori all’estero, che spesso si nascondono dietro strumenti di anonimizzazione, né può bloccare la pubblicazione di contenuti su piattaforme non europee.
Apro una parentesi importante: online si trovano sedicenti servizi che promettono di bloccare ogni tipo di pubblicazione o messaggio privato su qualsiasi piattaforma. È falso.
Tuttavia, è possibile applicare protocolli collaudati, come quelli che utilizziamo, per contenere e neutralizzare il problema in modo efficace.
Gli estorsori agiscono spesso di notte o nei weekend, quando gli uffici della Polizia sono chiusi. In quelle ore i video possono già essere stati diffusi, contattando decine di amici e familiari.
Ecco perché esistono realtà come la nostra, che agiscono immediatamente, applicando strumenti tecnici, assistenza psicologica e strategie consolidate.
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4. Google Alert non è una soluzione efficace
Nel video si consiglia di iscriversi a Google Alert con il proprio nome, come se fosse un modo utile per monitorare eventuali pubblicazioni compromettenti.
Purtroppo non funziona così.
Google Alert segnala solo i contenuti indicizzati da Google, ma i siti pornografici usati dagli estorsori non vengono quasi mai indicizzati.
Inoltre, i video vengono realmente pubblicati su questi siti e poi diffusi ai contatti della vittima tramite short link, proprio per eludere i controlli.
Spesso queste pagine restano online solo per 24-48 ore, giusto il tempo di fare danni, e poi vengono spostate o rigenerate su altri domini.
Pensare che un alert automatico basti a “tenere tutto sotto controllo” è un’illusione pericolosa.
In sintesi: servono tempestività, precisione e realismo
Chi ha la possibilità di parlare a milioni di persone – come il vostro canale – ha una grande responsabilità: non minimizzare un fenomeno così drammatico.
Spero vogliate valutare una integrazione al video, o almeno una nota descrittiva che chiarisca questi aspetti fondamentali, per rispetto verso chi queste situazioni le vive sulla propria pelle.
Per chi desidera approfondire seriamente il tema dei ricatti sessuali e scaricare anche un ebook gratuito “Ferma il ricatto sessuale”, per aiutare concretamente chi è finito in questa trappola:
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Dott. Emanuel Celano
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Nota legale
Il presente articolo ha finalità esclusivamente informative e correttive e nasce in risposta a contenuti divulgativi pubblicamente accessibili.
Le osservazioni riportate si riferiscono unicamente ai contenuti del video “Cos’è la Sextortion: come riconoscerla e difendersi dalla truffa del ricatto sessuale”, pubblicato sul canale YouTube Geopop in data 7 mag 2025, e non intendono in alcun modo offendere, denigrare o screditare gli autori del video o il canale stesso, di cui si loda comunque l’intento.
Le critiche esposte sono fondate su esperienza professionale diretta, su riferimenti normativi italiani (Codice Penale) e sulla tutela concreta delle vittime di ricatti sessuali.
Eventuali citazioni testuali o link a contenuti esterni sono riportati nel rispetto del diritto di cronaca, critica e libera manifestazione del pensiero (art. 21 Costituzione Italiana), e nell’ambito del diritto di rettifica previsto dalla legge n. 47/1948.
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