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Come parlare di tecnologia ai bambini ? Come evitare forme di dipendenza ? Scoprilo in questa intervista dove riveliamo i risultati di 4 anni di valutazioni su un campione significativo di genitori italiani

Come parlare di tecnologia ai bambini ? Come evitare forme di dipendenza ? Scoprilo in questa intervista dove riveliamo i risultati di 4 anni di valutazioni su un campione significativo di genitori italiani
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Come parlare di tecnologia ai bambini ? Come evitare forme di dipendenza ? Scoprilo in questa intervista dove riveliamo i risultati di 4 anni di valutazioni su un campione significativo di genitori italiani

Gianluigi Bonanomi www.gianluigibonanomi.com intervista il Dott. Emanuel Celano ( in neretto le sue domande )

Salve a tutti, mi chiamo Emanuel Celano, sono laureato in psicologia all’università di bologna con laurea magistrale e lavoro nel settore informatico da oltre 18 anni. La mia società si chiama “Informatica in Azienda” ed ha sede a Bologna

– Come è nato il test per misurare le dipendenze dalle tecnologie nei bambini ?

Il test è nato alcuni mesi dopo un seminario su “Genitori e nuove Tecnologie” che ho tenuto a Bologna nel 2014 ed è dedicato a tutti i genitori che desiderano verificare se vi sono dipendenze dalle tecnologie nei loro figli.

I test mirano ad analizzare 4 aspetti che gli studi scientifici di settore avevano già evidenziato :

  1. COMPORTAMENTI DI DIPENDENZA DALLE TECNOLOGIE ( comportamenti che «minacciano» la salute dei bambini )
  2. COMPORTAMENTI EDUCATIVI ( per verificare quali abitudini si sono generate nel bambino )
  3. COMPORTAMENTI SOCIALI ED INTERPERSONALI ( comportamenti che riguardano i rapporti con la famiglia e con gli altri )
  4. COMPORTAMENTI LEGATI AL RENDIMENTO SCOLASTICO O FORMAZIONE DEL BAMBINO ( comportamenti che possono influenzare il rendimento del bambino )

Le versione digitale del questionario da me creato, con compilazione online e risultati immediati, è disponibile su uno dei mei siti dal dicembre 2015 ( e precisamente qui https://www.analisideirischinformatici.it/sicurezza/dipendenza-dalle-tecnologie-test-con-valutazione-immediata/ ). Il test è nato per riempire una lacuna temporale, essendoci già versioni analoghe per questo tipo di misurazioni, ma troppo datate ed anacronistiche per una così veloce crescita tecnologica come quella avvenuta negli ultimi anni.

– Quali risultati vi aspettavate?

Le aspettative sulla affidabilità dei risultati che avrei ottenuto non potevano essere ben definite poiché si trattava di uno strumento non comparabile con i test già esistenti sulle dipendenze dalle tecnologie e più obsoleti. Posso comunque affermare che una delle motivazioni che mi ha spinto a creare questo test è che quando è stato creato assistevamo al boom dei tablet e che tutti i genitori che incontravo durante i miei pranzi nei ristoranti davano ai bambini questo dispositivo per intrattenerli nell’attesa del cibo. Sembrava una situazione surreale, non vi era un bambino senza un tablet. Il mondo esterno che prima era sociale realmente non esisteva più e questi bambini erano come ipnotizzati dalla nuova tecnologia, fagocitati da un mondo divenuto virtuale.

– Quali risultati rilevate?

I test riguardavano la possibilità di misurare il livello di dipendenza dalle tecnologie nei bambini di diverse fasce di età. E’ stato suddiviso in tre range di età, che possiamo chiamare A quello dai 3 ai 6 anni, B quello dai 7 ai 10 ed in ultimo C,  quello dagli 11 in poi. La percentuale di completamento delle risposte nella versione digitale del test mostra un maggior numero di compilazioni per il test del range C con un totale del 60% in più rispetto ad A e del 40% in più rispetto a B.

Analizzando i risultati tutti e tre i test hanno totalizzato un punteggio medio di moderata preoccupazione. La classificazione del punteggio prevede infatti tre stadi : il punteggio più basso al test da una indicazione molto positiva, il punteggio più alto una molto negativa, ed uno intermedio che consiglia di prestare più attenzione al problema. Tutti e tre i valori della media statistica del nostro campione si attestavano nella fascia intermedia di punteggio, quella nella quale si consiglia di prestare più attenzione all’uso delle tecnologie, pur non essendovi dipendenza.

Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:

Sempre analizzando i risultati emergevano comunque dati significativi per le risposte a singole domande. Ad esempio il campione A, dai 3 ai 6 anni dichiara che la televisione è sempre accesa durante i pasti con una percentuale del 34%, pari quindi ad un bambino su tre. Lo stesso campione preso in esame afferma al 54% che il loro bambino chiede sempre di poter utilizzare il tablet o vedere la tv appena sveglio. Allarmante invece è stata la risposta sugli effetti delle tecnologie per la salute dei più piccoli. Infatti, il 30% dichiara che il figlio ha avuto qualche volta tremori, abbassamenti e innalzamenti della temperatura, allucinazioni visive, dolori agli occhi, dopo essere stato a lungo davanti alla tv, con il tablet o a giocare con i videogiochi e che per il 9% del campione preso in esame questo accade spesso. Buon livello di significatività è stata anche la manifestazione di scatti di rabbia qualora il bambino veniva disturbato mentre stava giocando con il tablet o ai videogiochi. Per il 25% accade sempre e per un altro 20% spesso. Il 52% delle persone intervistate dichiara infine che il figlio è fortemente contrariato se gli viene tolto il videogioco dalle mani dopo l’ennesima richiesta di terminare.

Passiamo ora ad esaminare il campione B, cioè quello che va per i bambini dai 7 ai 10 anni di età. Come primo dato interessante, citiamo che quasi il 50% dei bambini preferisce trascorre il proprio tempo al computer, su internet, alla televisione o con i videogiochi piuttosto che con il resto della famiglia. Quasi identica la percentuale per la risposta già data nel range precedente a proposito della televisione, dove, anche per questa fascia di età, si registra che essa è sempre accesa durante i pasti con una percentuale del 35% : quindi un bambino su tre rimane a guardarla. Degna di nota la risposta alla domanda : “Se chiedete qualcosa a vostro figlio mentre è al computer o sta giocando ai videogiochi vi dice di attendere che finisca, più e più volte, prima di alzarsi ?”. Oltre il 50% afferma che questo accade spesso e un altro 25% che è una situazione che si verifica sempre. Simile il livello di significatività per la manifestazione di scatti di rabbia se il bambino viene disturbato mentre sta giocando con il tablet o ai videogiochi : per il 9% accade sempre e per un altro 25% spesso. Si segnala inoltre che il 45% dei genitori non controlla affatto il computer del figlio per verificare se visita siti internet non appropriati o a sfondo sessuale. La stessa percentuale, ovvero il 45% degli intervistati, afferma che il figlio dedica più tempo ai videogiochi e al computer per divertimento piuttosto che ad un suo utilizzo didattico.

Infine abbiamo valutato il campione C, quello dei bambini dagli 11 anni in avanti. Come per la precedente fascia di età si conferma che circa il 50% dei bambini preferisce trascorrere il suo tempo libero al computer, su internet, alla televisione o con i videogiochi piuttosto che con il resto della famiglia. Ci è parsa interessante la risposta alla domanda : “Se riprendete vostro figlio per qualsiasi motivo, accade che la prima cosa che lui o lei fa è quella di rifugiarsi al computer o alla televisione o ai videogiochi ?”. Un 15% dice che accade sempre ed un 40% che accade spesso. Si aggiunga che la percentuale di bambini sopra agli 11 anni che preferisce passare il suo tempo al computer, su internet, alla televisione o con i videogiochi piuttosto che con il resto della sua famiglia passa da un 50% della precedente fascia di età al 65%. Positiva invece la riduzione della presenza della televisione durante i pasti che scende al 23%. Più della maggioranza dei genitori oltre il 53% ha tentato di ridurre il tempo che il proprio figlio dedicata alle tecnologie senza riuscirci. Oltre il 30% ha affermato che il proprio figlio ha sempre le cuffie del cellulare nelle orecchie e che per questo non risponde alle domande. Altra notizia interessante e significativa è stata la risposta di disappunto dei figli alla richiesta di alzarsi per fare qualcosa di importante se sono impegnati al computer o se stanno giocando ai videogiochi. I ragazzi che non rispondono alla richiesta del genitori e si fanno pregare per lasciare o interrompere l’attività di gioco con il dispositivo sono passati dal 75% della fascia di età dai 7 ai 10 anni all’83% per quelli più grandi. E’ da notare la cattiva abitudine dei ragazzi che per il 75% trascorrono più di 45 minuti ai videogiochi prima di dormire, con un tempo medio di utilizzo delle tecnologie superiore alle 3 ore al giorno nel 54% del campione e per il 38% con il telefono sempre in mano durante la giornata. Molto simile al campione precedente la percentuale dei genitori, circa il 42%, che non controlla il computer del figlio per verificare se visita siti internet inappropriati o a sfondo sessuale ed è sorprendente che oltre il 40% dichiara inoltre di non aver mai controllato le applicazioni presenti nel telefono del proprio figlio. Si aggiunge infine che è in aumento per questo range di età la percentuale degli intervistati, circa il 60%, tra coloro che affermano che il figlio dedica più tempo ai videogiochi e al computer per divertimento piuttosto che ad un loro utilizzo didattico.

– Quali suggerimenti per i bambini che utilizzano troppo la tecnologia?

Come primo elemento di attenzione occorre ricordare che studi recenti hanno confermato che il tempo passato davanti agli schermi modifica letteralmente il cervello dei bambini (lo studio è pubblicato qui https://www.analisideirischinformatici.it/sicurezza/il-tempo-passato-sul-display-cambia-il-cervello-dei-bimbi-genera-una-perdita-di-capacita-cognitive/). Fino a tre anni non dovrebbero utilizzare le tecnologie per arrivare all’asilo con una solida base del mondo reale e non superare comunque anche dopo i tre anni un numero di ore massimo, tale da per poter mantenere, crescendo, un linguaggio espressivo. I bambini che fanno un uso intensivo delle tecnologie hanno una minore abilità di dare il nome rapidamente agli oggetti e più basse capacità di scrittura, associate ad una minore integrità della sostanza bianca del cervello adibita appunto alle funzioni del linguaggio e dell’alfabetizzazione.

Fatta questa premessa, i suggerimenti da offrire ai genitori sono tanti e dovrebbero essere anche personalizzati perché ogni bambino è un individuo a sé con una propria intelligenza e personalità. Ci sentiamo comunque di offrire alcuni consigli :

  1. Il primo elemento di dissuasione da un utilizzo eccessivo ed inappropriato delle tecnologie è il nostro esempio in qualità di adulti. E’ normale per un bambino imitare l’adulto.
  2. Il secondo suggerimento è che i genitori imparino a conoscere le tecnologie almeno allo stesso livello del loro figlio. Può essere che molti di loro per questo si sentiranno in difficoltà, ma ripetiamo che senza una buona alfabetizzazione informatica non possono essere in grado di aiutare correttamente i loro figli. E’ necessario non solo conoscere i rischi ed i pericoli dell’utilizzo di tali tecnologie ma è di grande importanza mettere in risalto anche gli aspetti più creativi, educativi e formativi che un uso intelligente della stesse può offrire. Se non si ha molta dimestichezza in questo settore il mio consiglio è di iniziare a trascorrere più tempo con i loro bambini mentre utilizzano il computer, il telefono, il tablet … ed imparare insieme a loro o da loro in modo ludico.
  3. Il terzo suggerimento è di ricordare al bambino che deve esservi un valore aggiunto nell’utilizzare le tecnologie. Se non vengono utilizzate per migliorare qualcosa, per risolvere un problema o per socializzare in modo profondo e non superficiale, il tempo che viene impiegato con esse diventa un tempo senza significato. Ed i genitori con il dialogo possono aiutare a comprendere queste motivazioni ai loro figli e ad essere di esempio.
  4. Il quarto suggerimento è porre dei limiti, e non solo limiti verbali ma anche “limiti tecnologici” imposti da noi adulti grazie all’utilizzo di app specifiche come “Spazio Bimbi Parental Control“, “Parental Control Kaspersky SafeKids”  o per i più grandicelli “App off timer” e questo nel caso specifico dei cellulari, ma vi sono programmi simili anche per il computer o soluzioni più integrate come il router per bambini che si aggancia al router di casa ed ha già tutti i filtri necessari per proteggere i più piccoli oltre alla gestione degli orari di utilizzo di internet. Se applichiamo la solita punizione dettata dal no verbale, oltre che provocare una reazione di rabbia nei nostri confronti ed essere considerati sempre come genitori cattivi non porremo mai fine al problema. Se invece presentiamo a nostro figlio le motivazioni di un corretto utilizzo delle tecnologie e definiamo insieme il massimo utilizzo delle stesse, sarà la macchina a determinare lo stop di esecuzione delle attività e non noi direttamente. Il bambino sarà più responsabilizzato e nessuno avrà più ragioni per arrabbiarsi o rimanerci male. Rimangono comunque valide le sane abitudini da far rispettare sempre, come quella di non utilizzare i telefoni mentre si mangia o prima di dormire.

– Quali suggerimenti per i genitori?

Come primo aspetto è importante avere un buon rapporto con le tecnologie. Il genitore proibizionista che non conosce le tecnologie ed anzi le giudica solo come pericolose non può essere un buon esempio. Allo stesso modo il genitore permissivo, quello che lascia ogni scelta in mano al figlio o perché non ha tempo o perché non ha capacità di insegnargli un uso responsabile della tecnologia non è un modello da imitare, così come il genitore super investigativo che controlla ogni mossa del figlio per giunta senza che lui ne sia consapevole. Personalmente sono a favore del genitore responsabilizzante, quello che si impegna ad imparare la tecnologia, ad instaurare un dialogo sereno con il proprio figlio sui dispositivi tecnologici e che si assicura che le informazioni disponibili al figlio siano quelle corrette documentandosi in modo permanente.

Se vogliamo ricordare i consigli più elementari, degni di nota sono : non considerare un dispositivo tecnologico come la nuova baby sitter del figlio, stabilire insieme dei tempi massimi di utilizzo delle tecnologie, vietare l’utilizzo durante i pasti del telefono e tablet, così come prima di dormire, utilizzare una corretta postura ed illuminazione ( recentemente al fenomeno di cecità transitoria che avviene se si rimane molte ore al telefonino a giocare a luci spente ), non applicare punizioni ma dei “limiti tecnologici” di utilizzo dei dispositivi come abbiamo indicato precedentemente, ed infine mai fare eccezioni alle regole anche se in vacanza o in un periodo di festa.

Per i genitori che vogliono presentare ai loro figli quelli che sono i diritti ed i doveri dei bambini nei confronti delle tecnologie, ho inventato un mini decalogo da appendere nella propria casa, nel quale illustro ogni aspetto della vita tecnologica di un bambino che merita attenzione. Si intitola “Siamo Bambini tecnologici : conosciamo i nostri diritti ed i nostri doveri”. I punti del decalogo sono i seguenti :

  1. La tecnologia se utilizzata correttamente mi aiuta a crescere ma la competizione con un computer non fa di me una persona migliore.
  2. Esiste un tempo massimo di utilizzo dei miei dispositivi per il mio bene fisico e mentale. Senza attività di movimento il mio corpo non sta bene.
  3. Durante i pasti non utilizzo i telefoni perché amo parlare di me e di quello che ho fatto in questa giornata e ascoltare tutti gli abitanti della mia casa. Questo significa essere una famiglia.
  4. Prima di dormire non guardo il telefono nè gioco ai videogiochi perché il sonno è sacro. Se stimolo troppo il cervello prima del sonno non mi posso svegliare riposato e pieno di energie.
  5. Sto attento alla posizione del mio corpo mentre uso un dispositivo tecnologico e faccio attenzione alla luce.  So che non si gioca ai videogiochi da sdraiati perché voglio bene alla mia schiena. Non si usa il telefono o il tablet al buio perché voglio bene ai miei occhi. Non si tengono gli auricolari tante ore perchè voglio bene alle mie orecchie e voglio ascoltare quello che mi dicono anche nel mondo reale.
  6. Se sto giocando ai videogiochi, e comincio a sentire dolore agli occhi, alle orecchie, tremori o batticuore so che assolutamente è il momento di smettere. La mia salute viene prima di tutto e mi hanno detto che su questo non si scherza.
  7. Ho rispetto per i miei compagni sia nella vita reale che nel mondo virtuale, non offendo nessuno e rispetto le idee di tutti nella speranza che comportandomi così anche gli altri faranno la stessa cosa con me.
  8. Se ho perso ad un videogioco so che non è un problema. Perdere o vincere non è importante come lo è invece divertirsi con gli amici e ringraziare sempre per quello che abbiamo.
  9. Quando qualcuno mi chiama e mi dice di venire da lui interrompo il mio videogioco senza lamentarmi. Voglio essere educato perché questo fa di me un bambino migliore.
  10. Se mentre sono al telefono o su un social network ricevo un messaggio offensivo, aggressivo o che non capisco non mi vergogno a parlarne con i miei famigliari adulti e lo faccio subito.
  11. Non accedo al telefono o computer di un altro componente della mia famiglia senza il permesso. Nella nostra casa ci rispettiamo a vicenda.
  12. Ho capito che sono un bambino umano e tecnologico ma non sono un robot. Se a volte sbaglio, posso sempre migliorare.

BAMBINI TECNOLOGICI

il file ad alta risoluzione per la stampa è qui : [ bambini tecnologici : diritti e doveri – scarica file in alta risoluzione ]

– Dove possiamo seguirvi.

La mia società sul sito analisideirischinformatici.it offre una rubrica chiamata “allerta pericoli informatici” nella quale vengono pubblicati ogni giorno articoli sui pericoli delle rete. Esiste anche una app omonima per entrambi gli store iOS e Android dedicata proprio a questo fine. Cercate su google “allerta pericoli informatici” e ci troverete.

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