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Storia dell’azienda truffata da un software che imita la voce del capo

Storia dell’azienda truffata da un software che imita la voce del capo
Scritto da gestore

I criminali hanno clonato la voce dell’amministratore delegato e ordinato un pagamento su un conto fantasma, grazie a tecniche di intelligenza artificiale
(Photo by Sergei KonkovTASS via Getty Images)
L’intelligenza artificiale può avere anche delle applicazioni negative. È quanto emerge da una storia riportata dal Wall Street Journal a proposito dei una truffa informatica ai danni di un’azienda britannica del settore energetico avvenuta lo scorso marzo.

Secondo la ricostruzione della vicenda, i truffatori avrebbero usato dei software basati su tecnologie di intelligenza artificiale per imitare la voce dell’amministratore delegato della casa madre tedesca. In questo modo avrebbero chiamato l’azienda con sede nel Regno Unito chiedendo all’amministratore delegato della controllata il trasferimento urgente di 220mila euro sul conto di un fantomatico fornitore ungherese, con la garanzia che il rimborso sarebbe avvenuto in tempi rapidi.

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Inutile dire che il rimborso non è mai arrivato. Ciò che però ha fatto scattare i sospetti dell’amministratore britannico è stata una seconda richiesta di denaro, alla quale ha deciso di non dare seguito. Nel frattempo la cifra trasferita nella prima transazione era già stata passata su altri conti in Messico e in altre parti del mondo.

Le indagini sono tutt’ora in corso. Da quanto riportato, però, sembra che grazie alle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale i criminali siano riusciti a ricreare la voce dell’amministratore tedesco facendo un collage di diverse registrazioni. Il risultato è stato talmente preciso che non solo l’ad inglese “ha creduto di riconoscere l’accento tedesco della voce del suo boss, ma ha anche affermato che questa aveva la sua ‘melodia’”, come sostiene un portavoce della compagnia di assicurazione che si occupa della faccenda.

L’intera vicenda potrebbe sembrare il soggetto di un film, ma senza dubbio solleva nuove questioni riguardo alle infinite applicazioni di strumenti tecnologici sempre più sofisticati e in grado ormai di imitare anche i dettagli più unici, come la cadenza e la “melodia” di una voce umana. Ciò pone anche dei problemi sul versante delle misure per contrastare la criminalità informatica e cibernetica, in grado ormai di colpire in tempi rapidissimi e di far perdere le proprie tracce in tempi altrettanto rapidi.

Secondo un report della società Pindrop, che si occupa di soluzioni per contrastare le frodi informatiche realizzate con strumenti vocali, il numero di truffe realizzate con chiamate false è aumentato del 350% dal 2013 al 2017, come riporta Security Magazine.

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