ALLERTA PERICOLI INFORMATICI

Il 40% degli internauti svenderebbe la sua privacy al miglior offerente

Il 40% degli internauti svenderebbe la sua privacy al miglior offerente
Scritto da gestore

A svelarlo è uno studio di Kaspersky Lab, che dimostra come le persone non abbiano ancora ben chiari i pericoli che un uso troppo disinvolto della rete possa avere sulla vita reale (oltre che virtuale).Ad ogni scandalo circa il mancato rispetto della privacy degli utenti della rete, si alza più forte il grido di protesta verso chi tradisce la fiducia degli internauti, al fine di spingere i maggiori colossi del web a trattare con assoluta cura i dati sensibili degli utenti e a non svenderli in nome del profitto indiscriminato. Salvo poi scoprire però, che oltre un terzo degli utenti del web sarebbe disposto a concedere l’accesso totale ai propri dati privati, in cambio di somme in denaro.

Questa è soltanto una delle sconvolgenti realtà che affiorano dall’ultimo studio svolto daKaspersky Lab, che svela appunto che per il 39% degli utenti (in Italia e nel mondo) la privacy ha un prezzo, eccome. Per il 29% degli internauti italiani addirittura, sarebbe sufficiente ottenere qualcosa a titolo gratuito per convincerli a concedere libero accesso ai dati personali, senza minimamente pensare alle conseguenze che questo atteggiamento può comportare.

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Kaspersky Lab ha infatti rilevato come oltre la metà dei datori di lavoro si servano delle informazioni accessibili online sui loro attuali (o potenziali) dipendenti per verificarne la rispettabilità, al fine di scongiurare danni all’immagine pubblica dell’azienda. Il 34% ha inoltre rimproverato o persino licenziato un dipendente a causa dei contenuti condivisi sul web, dimostrando come – giusto o sbagliato che sia – l’uso troppo disinvolto della rete possa mettere a repentaglio reputazione pubblica e carriera lavorativa.

La maggioranza degli utenti però è conscia della necessità di proteggere i propri dati da intrusioni esterne, ma non sempre si adopera in modo adeguato per farlo. Solo il 64% degli utenti italiani dichiara infatti di proteggere con password i propri dispositivi e addirittura soltanto il 35% si impegna periodicamente a controllare e cambiare le impostazioni di sicurezza di dispositivi e servizi online. Meno del 20% infine ricorre a strumenti più avanzati e sicuri, come la crittografia dei dati.

La difesa della privacy online è ormai diventata una questione di primaria importanza nella vita quotidiana di tutte le persone e il fatto che ancora troppe la prendano sottogamba, credendo che ciò che accade online rimanga confinato alla rete, dovrebbe far suonare un campanello d’allarme e spingere la collettività ad impegnarsi in iniziative di educazione all’uso del web. I rischi sono sentiti e provocano anche condizioni di stress psicofisico per il 34% degli utenti, ma è necessario intervenire con misure mirate e chiare per tutti, per evitare situazioni concretamente molto spiacevoli.

Il 40% degli internauti svenderebbe la sua privacy al miglior offerente